I MISURATORI DI PRESSIONE ELETTRONICI SONO AFFIDABILI?
Sono lontani i tempi in cui bisognava andare per forza dal medico o in farmacia per misurarsi la pressione. Ormai lo si può fare comodamente a casa propria, grazie ai misuratori automatici da braccio e da polso: sempre più facili da usare e a buon mercato, sono diventati strumenti fondamentali per chi soffre di ipertensione e vuole avere una sicurezza in più a portata di mano. Ma ci si può fidare davvero dei risultati che compaiono sul display?
Ho testato personalmente diversi apparecchi e ho bocciato tutti quelli da polso che sono facili da usare ma sono del tutto inaffidabili. Per quelli da braccio automatici è necessario fare 3 misurazioni consecutive e fare la media matematica della seconda e della terza misurazione: in questa maniera ci si avvicina di molto alla misurazione manuale eseguito dal medico di base o dal cardiologo.
I misuratori elettronici richiedono però un criterio fondamentale ovvero la presenza di un ritmo sinusale, ovvero l’assenza di aritmie come extrasistoli o fibrillazione atriale che falserebbero la misurazione dando dei valori troppo alti o troppo bassi ma in entrambi i casi non corretti.
La misurazione elettronica in questi casi è falsata perchè l’apparecchio non sa riconoscere l’aritmia (questo vale anche per i Microlife che invece dichiarano il contrario !)
Ma su questi misuratori c’è anche uno studio che adesso vi illustro.
Il test
Hanno cercato di scoprirlo i ricercatori dell’Università di Alberta, in Canada, mettendo alla prova dozzine di misuratori di pressione usati a casa da 85 pazienti con un’età media di circa 66 anni. Tutti possedevano un dispositivo oscillometrico (da polso o da braccio) per misurare la pressione. Le rilevazioni sono state messe a confronto con quelle ottenute in maniera ultra-precisa in ambulatorio da due medici che hanno usato il vecchio e caro sfigmomanometro a mercurio per prendere ripetute misurazioni in simultanea.
I risultati
I risultati, pubblicati sull’American Journal of Hypertension, faranno sicuramente salire la pressione a più di un paziente. Pare infatti che questi apparecchietti domestici siano piuttosto imprecisi: il 70% delle misurazioni mostra un errore di almeno 5 mmHg; nel 30% dei casi, l’errore si aggira addirittura intorno ai 10 mmHg. I valori più sballati sono quelli registrati negli uomini, ma anche nelle donne la precisione lascia un po’ a desiderare.
Dove sta l’errore?
Impossibile dire con esattezza dove stia l’inghippo, dal momento che gli algoritmi usati per calcolare la pressione massima e minima sono generalmente coperti da segreto industriale. I ricercatori, però, hanno individuato diversi fattori che possono contribuire all’errore.
«La forma del braccio, la rigidità delle arterie e il tipo di bracciale usato per la rilevazione non vengono sempre tenuti in considerazione quando i misuratori di pressione vengono progettati e collaudati», spiega il medico Raj Padwal, tra gli autori dello studio. «Altri fattori che contribuiscono sono le differenze individuali, come ad esempio la taglia, l’età e la storia clinica della persona che usa il misuratore».
Il rimedio c’è
Ma allora cosa bisogna fare? Tocca buttare dalla finestra il misuratore e tornare a fare la fila in ambulatorio dal dottore? Non esageriamo. Per avere delle misurazioni più accurate bastano dei semplici accorgimenti. Innanzitutto bisognerebbe calibrare il proprio apparecchietto con l’aiuto del medico, confrontando almeno una rilevazione automatica con quella del classico sfigmomanometro usato dalle sue mani esperte.
A casa, invece, è opportuno misurare la pressione più volte e non basarsi solo su singole rilevazioni: secondo le linee guida canadesi riportate dai ricercatori ad esempio, bisognerebbe misurare la pressione 28 volte alla settimana.