IL PONTE MIOCARDICO,UN’ALTRA POSSIBILE CAUSA DI ANGINA PECTORIS
Un ponte miocardico è fondamentalmente un’anomalia che si crea quando il feto è ancora nell’utero ed il cuore si sta formando. Le arterie che forniscono sangue al cuore (sono quattro quelle principali) corrono lungo la parte esterna del cuore stesso. Ci sono poi piccoli condotti che corrono giù dal cuore per la fornitura di sangue al muscolo del miocardio. In una ridotta percentuale della popolazione, parte del muscolo cardiaco, invece di essere sotto l’arteria, cresce sopra la parte superiore di essa. Così, quando il cuore batte e il muscolo si contrae, parte del sangue viene spinto fuori dalla sezione di arteria.
Nel 60 – 80% dei pazienti il ponte miocardico è un’alterazione benigna che non dà sintomi e non ha conseguenze gravi, ma esiste una casistica minore in cui il ponte può provocare una occlusione della arteria nel momento della contrazione del miocardio (sistole) e danneggiare il flusso sanguigno che parte dal cuore per poi raggiungere gli altri organi principali del corpo.
Quando l’arteria coronarica, per effetto di questo ponte, è ostruita, va in sofferenza perché viene stretta dalle bande muscolari e risulta “tunnellizzata” (chiusa in parte). Da difetto benigno, il ponte miocardico degenera così in patologia coronarica, in quanto l’arteria è compressa, il passaggio del sangue non è più regolare e aumenta il rischio di insorgenza di eventi più seri come ischemia, angina pectoris e aritmie.
Di conseguenza il paziente manifesta una sintomatologia ben definita che si caratterizza per difficoltà respiratorie, dolori al petto, astenia e battiti cardiaci irregolari.
L’entità della patologia varia da soggetto a soggetto in base alle caratteristiche anatomiche delle fibre muscolari che costituiscono il ponte: quanto più sono spesse, lunghe e profonde, tanto aumenta la possibilità che il ponte miocardico alteri in maniera grave la struttura delle arterie. Altri fattori che possono incidere sullo sviluppo negativo della patologia sono: frequenza cardiaca, contrattilità e uso di farmaci.
La prognosi inoltre può essere influenzata anche dalla concomitanza di altre patologie cardiache, prima fra tutte la cardiomiopatia ipertrofica: diversi studi scientifici hanno dimostrato che l’incidenza del ponte miocardico è più elevata (circa il 30%) in soggetti portatori di questa problematica.
La diagnosi del ponte miocardico con sintomi avviene tramite coronarografia che consente di evidenziare la ostruzione sistolica di un segmento della coronaria interessata dalla alterazione. Molto utile a fini diagnostici ed eventuali opzioni terapeutiche è anche la TC coronarica che consente di visualizzare l’anatomia delle arterie, rilevare l’anomalia e verificare eventuali ostruzioni.
Nel paziente con ponte miocardico è sempre opportuno procedere ad una adeguata valutazione medica che possa escludere la coesistenza di stenosi coronariche aterosclerotiche o di altre patologie che possono avere conseguenze più serie per il cuore.