PERCHE’ IL CALDO FA MALE AI CARDIOPATICI?
A causa del caldo record, intenso e afoso, registrato in tutta Italia e Europa, la Società italiana di cardiologia (Sic), come ogni anno, mette in guardia i cardiopatici, cioè le persone con malattie cardiovascolari, dai pericoli delle alte temperature. Per chi soffre di cuore, seguire alcune raccomandazioni in estate è fondamentale: infatti, non solo il cuore soffre per il caldo, ma la terapia farmacologica può non essere efficace proprio per gli effetti delle alte temperature su cuore e circolazione.
Pressione: come varia con il caldo
Anche chi non soffre di malattie cardiovascolari, con le alte temperature può avvertire cali di pressione, specie durante l’esposizione alle ore più calde della giornata. Non solo: la disidratazione è spesso un fattore che si aggiunge all’afa e al caldo, aumentando il rischio di abbassamento della pressione fino allo svenimento. Le persone che soffrono di ipertensione, cioè hanno alti livelli di pressione arteriosa, con il caldo potrebbero aver bisogno di adattare il dosaggio dei farmaci per la terapia anti-ipertensiva. Infatti, la vasodilatazione prodotta dall’effetto del caldo, insieme alla disidratazione, nelle persone ipertese in terapia farmacologica potrebbe indurre una riduzione marcata della pressione (ipotensione marcata), con sintomi quali mancanza di forze (astenia), sensazione di svenimento, capogiri, fino alla sincope.
La raccomandazione è di monitorare regolarmente la pressione e avvertire il proprio medico in caso di alterazioni della pressione: non è raro, infatti, che la terapia anti-ipertensiva debba essere adattata proprio nei periodi di caldo intenso, se la pressione si abbassa troppo, arrivando anche, in casi estremi, a una temporanea sospensione della terapia per evitare ipotensione e sincope.
Caldo: attenzione alle aritmie
Nelle persone con una patologia coronarica, e quindi con un aumentato rischio di ischemia, la vasodilatazione indotta dalle alte temperature estive può non essere un problema (al contrario, la vasocostrizione indotta dal freddo invernale può ridurre l’apporto di sangue al cuore, aumentando il rischio di attacco ischemico). Nelle giornate di caldo più intenso, però, la vasodilatazione può provocare una riduzione marcata del flusso di sangue coronarico che, nei pazienti con stenosi coronarica significativa, potrebbe avere come conseguenza la comparsa di un attacco ischemico.
Inoltre, proprio per l’effetto della vasodilatazione che determina un abbassamento della pressione arteriosa, il cuore tende ad accelerare la frequenza cardiaca, fino ad avvertire fisiologicamente una lieve tachicardia anche nelle persone sane. A questo, si aggiunge l’elevata sudorazione che contribuisce ad abbassare i livelli nel sangue di alcuni minerali come il potassio, fondamentale per mantenere il normale ritmo cardiaco. Pertanto, le persone che soffrono di aritmie, devono idratarsi adeguatamente: tuttavia, in caso di cardiopatia dilatativa e disfunzione ventricolare severa, oppure se il paziente ha altre comorbidità (ad esempio, insufficienza renale), la quantità di acqua da assumere durante il giorno per ottenere l’idratazione ottimale, va stabilita con il proprio medico.
Infine, il proprio medico potrebbe valutare anche la prescrizione di un integratore a base di potassio, sodio e magnesio. Infatti, la riduzione dei livelli di potassio può indurre o peggiorare il cardiopalmo (da non confondere con la tachicardia): contattare il proprio medico, in questi casi, è importante per valutare i sintomi e, nel caso, effettuare controlli specifici.
Cardiopatici: come comportarsi con il caldo
- evitare di stare all’aperto nelle ore più calde del giorno
- indossare abiti leggeri e traspiranti
- evitare digiuni prolungati e preferire frutta e verdura fresche e di stagione, perchè ricche di liquidi e sali minerali
- evitare di assumere a lungo la stazione eretta (aumenta il rischio di ipotensione)
- evitare luoghi caldi e affollati
- idratarsi con frequenza.