CAVIGLIE GONFIE D’ESTATE: E’ COLPA DEL CUORE?
“Dottore mi scusi se la disturbo in questo periodo di ferie, ma purtroppo ho notato da alcuni giorni che la sera mi ritrovo con le caviglie gonfie, per poi ritornare normali al mattino quando mi sveglio. Potrebbe dipendere dal cuore o da qualcuno dei farmaci che assumo?”
Questa rappresenta una delle domande che più frequentemente i pazienti, soprattutto le donne, mi pongono d’estate col caldo.
Con le ondate di caldo di questi giorni, è comune la percezione di maggiore stanchezza e minore propensione al movimento fisico entrambe associate a maggiore affaticabilità.
Queste percezioni, in sé comuni e facilmente spiegabili con la riduzione della pressione arteriosa per la vasodilatazione indotta dall’elevazione della temperatura stagionale, può caricarsi di timori ed ansie quando si associ alla comparsa di gonfiore all’estremità, particolarmente in sede peri-malleolare nelle caviglie.
Questa manifestazione non solo crea un problema di inestetismo, ma instilla in molti soggetti, più spesso di genere femminile, il timore che il “gonfiore” rappresenti il sintomo di una malattia cardiaca in evoluzione a cui si attribuisce l’affaticamento e la minore resistenza alle attività quotidiane.
Quest’allarme è alla base della frequente richiesta di prima visita cardiologica, ma in realtà ci si dovrebbe chiedere se si tratti di allarme più o meno giustificato.
I risultati generati da numerose ricerche, come quella pubblicata recentemente dall’”European Journal of AppliedPhysiology” (Eur J ApplPhysiol) condotta mediante analisi pletismografica dei tessuti della caviglia, in grado di determinare la variazione del volume di liquido presente nella struttura anatomica dell’arto, hanno confermato che l’aumento della temperatura ambientale e la riduzione concomitante dell’attività fisica, tipica del periodo estivo, possono determinare l’incremento della stasi circolatoria nelle gambe con un forte rallentamento della circolazione dei fluidi sia a livello venoso che a livello linfatico. Questa stasi comporta un significativo incremento del volume di liquidi che stazionano nelle estremità e condizionano la comparsa del gonfiore locale.
Quindi, se sei una persona sedentaria sarai più propenso a soffrire di questo disturbo. Se non ti muovi, infatti, i muscoli non eserciteranno la propria funzione di pompa della circolazione: il risultato è che il sangue farà più fatica a tornare al cuore, come invece dovrebbe fare.
Nello stesso studio si è documentato come la ripresa dell’attività motoria con deambulazione su tappeto scorrevole associato a una progressiva riduzione della temperatura ambientale, partendo da 36 per passare a 28 e poi sino a 20 °C, si associava ad una rapida scomparsa del gonfiore ed al ripristino della sensazione di benessere da parte del soggetto studiato.
Questo rapido beneficio potrebbe non essere presente o parzialmente annullato in quei soggetti che per ragioni di cura della pressione arteriosa o di altre condizioni cardiache, assumono farmaci calcio antagonisti i quali (es. amlodipina), per loro natura, inducono un’alterata circolazione a livello nell’estremità, condizionando una marcata stasi circolatoria. In questi casi sarà necessario sostituire la terapia antiipertensiva.
In questi casi è il medico curante che dovrà allertare il paziente e suggerire le opportune soluzioni.
In conclusione la situazione connessa alla temperatura ambientale e comportamentale è la causa più frequente del gonfiore alle caviglie da molti lamentato nel periodo estivo, fatto salvo casi particolari e più rari che derivano da circostanze già note come l’assunzione di farmaci edemigeni, lo stato di gravidanza, scompenso cardiaco o patologie vascolari come le varicosità venose.
Consigli utili
In tutti i casi una salubre camminata di buon passo, in orario meno esposto alla calura del giorno può essere, spesso, la migliore cura per eliminare o ridurre significativamente questo problema. Curare più attentamente la propria alimentazione, magari riducendo le quantità di sale nei cibi, rappresenta un accorgimento importante per allontanare il rischio di ritenzione idrica.Quando si è sdraiati, anche durante il sonno, mantenere le gambe leggermente sollevate utilizzando dei cuscini, così il sangue sarà stimolato a tornare verso il cuore prevenendo la formazione di ristagni di liquidi.
Evitare inoltre di passare troppe ore in piedi, una posizione che può provocare il gonfiore. Non sottovalutare i benefici di un semplice massaggio, che è possibile fare da soli con movimenti rotatori all’altezza della zona interessata: queste manovre favoriranno la corretta circolazione e il deflusso di sangue e linfa.Per ottenere sollievo scegliere un abbigliamento più comodo, ad esempio vestendo delle calze elastiche e indumenti che non siano troppo stretti. Per intenderci, evitandocalze con elestici stretti e le scarpe con il tacco, che certamente non aiuteranno le caviglie.
Quando le caviglie gonfie dipendono da qualche problema nella circolazione, magari legato all’età, è possibile provare a combattere il disturbo anche con alcuni rimedi naturali diversi dal movimento e dai massaggi.
Ad esempio, in erboristeria è possibile trovare diversi preparati che aiutano ad alleviare il gonfiore, come ad esempio estratti o decotti. Scegliere soprattutto alimenti o elementi naturali che favoriscono una buona pressione arteriosa e che rafforzano i vasi sanguigni. In questo gruppo rientrano i mirtilli e gli ortaggi ad alto contenuto di antiossidanti. Tra le altre piante che possono aiutare a migliorare la circolazione, ci sono anche la vite rossa, il ribes, il ginkgo biloba, l’ippocastano o il rusco.
Infine, considerare anche la possibilità di fare dei pediluvi freschi che, indirizzando il getto d’acqua verso le aree più gonfie, favoriranno la ripresa della circolazione e daranno sollievo dalla sensazione di pesantezza alle gambe.
Occorre precisare che qualora il gonfiore alle caviglie si associ ad altri sintomi come affanno, aumento di peso corporeo e diminuzione repentina della minzione, potrebbe essere il segnale di un problema più grave. In tal caso consultare al più presto il proprio medico curante.
Nei casi piu’ marcati sarà necessario prescrivere un linfodrenante in caso di presenza di edema linfatico all’ecocolordoppler degli arti inferiori.